Il Sentiero Panoramico di San Defendente

Quando si scopre un luogo magico lo si frequenta di nuovo e lo si suggerisco come regalo agli amici

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Turismo

Descrizione

Si tratta dell’esperienza escursionistica più suggestiva e consigliabile del territorio. La sua rinomanza è tale che in tutte le stagioni, ma specialmente in quelle estive, persone singole e intere famigliole con bambini salgono fino al santuario di San Defendente per una appagante sosta. Tranquillità, piacevoli brezze e splendido panorama sono i regali che la località offre a chi la raggiunge.

Il santuario di San Defendente (674 m), costruito tra la fine del 1500 e gli inizi del 1600, sorge su un lungo crinale di dolomia proteso verso il Sebino. La sua posizione è stata scelta in origine per essere ben visibile e considerata a protezione degli abitanti dall’attacco dei lupi.

L’escursionista che lo raggiunge ha modo di spaziare lo sguardo dalla Valcamonica, con la vetta del monte Adamello (3554 m), a tutto l’alto e medio Sebino dove Monte Isola, accompagnata dalle isolette di Loreto e di San Pietro, sorge dalle acque come la regina incontrastata di tutti i grandi laghi europei. Di fronte a San Defendente, in continuità del crinale sul quale ci si trova, emerge dalle acque l’imponente massa dolomitica del Trentapassi (1200 m) con le sue stratificazioni inclinate verso meridione. Mentre verso nord, oltre le pendici digradanti verso le cave del rinomato “ceppo“ di Gré, si protende nel lago il delta “fossile” del torrente Borlezza sul quale sorge l’importante industria siderurgica Lucchini.

Geologia del luogo

L’intero cammino si svolge su dolomia, una roccia grigia non stratificata e tenace, formatasi oltre 220 milioni di anni or sono a latitudine equatoriale sulle coste marine dell’Africa. Questa roccia contrasta nettamente, come aspetto, col calcare nero e stratificato che affiora in continuità verso meridione sulla quale sorgono i paesi di Solto Collina, Esmate e Zorzino e nella quale è incavata l’insenatura lacustre del “Bogn di Zorzino” dove gli strati sono suggestivamente verticali. Sempre in tema di geologia, non si manchi di ammirare un enorme masso di porfido posto ad alcune centinaia di metri dal santuario, a fianco della mulattiera proveniente o diretta alla cappella di San Rocco. Questo masso testimonia in maniera inequivocabile la visitazione glaciale quaternaria del territorio, cessata 12 millenni di anni or sono.

La flora

Il clima mite del Sebino ha favorito lo sviluppo di una vegetazione boschiva caratteristica, costituita in prevalenza dal carpino nero e dall’orniello, con la presenza della roverella, una quercia che fa abitualmente parte di questo consorzio di specie arboree caducifoglie. Sul versante settentrionale della rupe rocciosa di San Defendente troviamo la betulla, dalla inconfondibile candida corteccia che punteggia residui brandelli di praterie e arbusteti di corniolo, sanguinella, pero corvino e biancospini. È presente anche il castagno a testimoniare un passato interesse per la sua utilità, purtroppo ora trascurata. In alcuni varchi del bosco e sui ripiani si incontrano modeste superfici di “prateria arida “presenti soprattutto lungo il versante che declina verso il lago. 

Questo ambiente apparentemente modesto riveste un grande interesse geo-botanico in quanto ricco di specie steppiche con caratteristiche meritevoli di protezione secondo la Direttiva europea Habitat. La prateria è costituita da sesleria comune, una graminacea pressoché esclusiva che ama vivere su suoli rocciosi e calcarei. Colonizzata dagli arbusti di pero corvino dalle candide fioriture primaverili, vivono nella prateria numerose specie aridofile interessanti come le vedovelle celesti alpina e dei prati, il lino delle fate piumoso, il laserpizio sermontano, la vedovina strisciante, l’aglio grazioso. L’ambiente è impreziosito soprattutto dalle orchidee spontanee a cui è dedicato in modo specifico l’itinerario delle orchidee.


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Ultimo aggiornamento
23 marzo 2022